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Il repertorio permette di mettere a fuoco, in maniera completa, le caratteristiche di un patrimonio estremamente interessante, nettamente contraddistinto da una scansione cronologica che è puntualmente aderente alla trasformazione culturale del territorio. La produzione cinquecentesca del reatino mostra influenze derivanti da centri propulsori di rilievo quali Roma, da cui si diffonde il raffaellismo e il michelangiolismo, e dei vicini centri molto attivi come quelli umbri e quelli marchigiani. All'inizio del secolo si impongono all'attenzione la presenza di Marcantonio Aquili e, nell' amatriciano, la significativa pittura vernacolare di Dionisio Cappelli, con forme estreme della tradizione quattrocentesca laziale autoctona. Dal terzo decennio la pittura locale è dominata invece dal raffaellismo del siciliano Jacopo Siculo e dei fratelli Torresani, veronesi, oltre che dalla figurazione eccentrica di Cola dell'Amatrice. Nell'ultimo decennio del secolo troviamo infine a Rieti la pittura tardo manieristica del pesarese Giovanni Giacomo Pandolfi che chiude idealmente il Cinquecento reatino.